La conferma della Guardia costiera Usa: "È stata un'implosione". Un "campo di detriti" vicino al relitto del Titanic è stato rilevato da uno dei due robot impegnati nella ricerca del sottomarino scomparso domenica scorsa con cinque persone a bordo, dirette verso i resti del transatlantico
AGI - Appartengono al Titan, il batiscafo scomparso domenica scorsa con a bordo cinque persone dirette verso il relitto del Titanic, i rottami ritrovati da uno dei due robot impiegati nelle ricerche. E i passeggeri sono tutti morti. È quanto conferma la Guardia Costiera degli Stati Uniti. Secondo un esperto citato dalla Bbc, si tratterebbe della parte posteriore e del telaio di atterraggio del piccolo sottomarino.
La Guardia Costiera Usa certifica che i relitti del sommergibile sono stati trovati a circa duecento metri dal Titanic e ritiene che la tragedia sia dovuta a "un'implosione".
La scoperta di un "campo di detriti"
Nel pomeriggio, quando ormai le speranze di ritrovare i vivi i dispersi erano scemate, essendo trascorso il termine entro il quale si sarebbe esaurito l'ossigeno, la Guardia Costiera Usa aveva riferito che uno dei due veicoli telecomandati (ROV) dispiegati aveva scoperto un "campo di detriti" nell'area di ricerca del Titan.
Il ROV della nave canadese Horizon Arctic ha individuato i resti sul fondale marino, a circa 200 metri dal Titanic, a quasi 4.000 metri di profondità. Il campo di detriti "è compatibile con una catastrofica implosione", ha dichiarato, da parte sua, il contrammiraglio John Mauger della Guardia Costiera degli Stati Uniti, durante una conferenza stampa a Boston, parlando di una "catastrofica perdita" di pressione all'origine dell'incidente.
L'ipotesi di una "implosione istantanea"
Nel sottomarino Titan di OceanGate potrebbe essersi verificata una "implosione istantanea". È l'ipotesi di Guillermo Soehnlein, co-fondatore della società insieme al pilota scomparso del Titan, Stockton Rush.
"Quello che so è che, indipendentemente dal sottomarino, quando si opera in profondità la pressione è così grande su qualsiasi sottomarino che se si verifica un guasto si verificherebbe un'implosione istantanea. Se è quello che è successo, sarebbe successo quattro giorni fa" ha detto Soehnlein in un'intervista alla Bbc subito dopo la notizia del ritrovamento del campo di detriti".
David Lochridge sosteneva che il portello di osservazione del sommergibile era stato costruito per sostenere una pressione certificata di 1.300 metri
Soehnlein ha anche affermato di non essere sorpreso se qualcosa venisse ritrovato anche in superficie. "So che il nostro protocollo per le comunicazioni perse prevede che il pilota faccia emergere il sottomarino. Fin dall'inizio ho sempre pensato che fosse probabilmente quello che avrebbe fatto Stockton" ha detto aggiungendo che, in questo caso la ricerca sarebbe ancora più difficile.
Sohnlein, che ha lasciato OceanGate 10 anni fa, ha detto che non avrebbe agito diversamente date le circostanze: "Dobbiamo imparare da ciò che sta accadendo, scoprire cosa è successo, prendere quelle lezioni e portarle avanti".
Chi c'era a bordo del Titan
Il Titan ha iniziato la sua immersione nella giornata di domenica e sarebbe dovuto riemergere sette ore dopo, secondo la Guardia Costiera statunitense.
L'imbarcazione, lunga 6,5 metri, ha interrotto le comunicazioni a meno di due ore dall'inizio del suo viaggio volto a osservare da vicino i resti del Titanic, che si trova a più di due miglia (quasi quattro chilometri) sotto la superficie dell'Atlantico settentrionale.
Il sommergibile trasportava il miliardario britannico Hamish Harding e il magnate pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, anch'essi di cittadinanza britannica, oltre al Ceo dell'azienda, Stockton Rush, e l'operatore francese Paul-Henri Nargeolet. I passeggeri avevano pagato un biglietto da 250 mila dollari.
Harding aveva scritto sul proprio profilo Instagram che, quella del Titan, doveva essere l'unica missione sottomarina dell'anno a causa del maltempo e delle condizioni avverse registrate nella zona in cui è affondato il Titanic.
La sua scelta di esplorare il leggendario relitto del Titanic era parte di una strategia di marketing, poiché credeva che avrebbe generato interesse per la sua azienda
La famiglia di Harding protesta: "Otto ore prima dell'allarme"
La famiglia del miliardario britannico Hamish Harding disperso a bordo del batiscafo Titan ha attaccato OceanGate Explorations, la società armatrice, per aver aspettato otto ore prima di dare l'allarme quando è scomparso.
Il minisottomarino si era immerso domenica alle 8 del mattino ora della costa Est degli Usa a circa 10 miglia a sud-est di St John's vicino al relitto del Titanic. Alle 9,40 aveva perso il contatto con la sua nave madre, la Polar Prince. Ma non è stata segnalata la scomparsa alla Guardia Costiera degli Stati Uniti fino alle 17,40.
Kathleen Cosnett, cugina di Harding, 58 anni, ha detto che il ritardo prima di contattare le autorità era "troppo lungo". Ha detto al Telegraph: "È molto spaventoso. Ci è voluto così tanto tempo per andare a salvarli, è troppo tempo. Avrei pensato che tre ore sarebbero state il minimo indispensabile".
Negligenze tecniche
L'area di ricerca superficiale era di 20.000 chilometri quadrati. Dall'inizio della ricerca, sono state rivelate informazioni su possibili negligenze tecniche nel dispositivo per il turismo subacqueo di cui era responsabile OceanGate.
Una denuncia del 2018 afferma che un ex dirigente dell'azienda, David Lochridge, è stato licenziato dopo aver sollevato seri dubbi sulla sicurezza del sommergibile. Secondo questo ex direttore delle operazioni marittime, un oblò nella parte anteriore del dispositivo era stato progettato per resistere alla pressione a 1.300 metri di profondità e non a 4.000 metri.