I tornado sono fenomeni meteorologici altamente distruttivi e tra tutti i vortici atmosferici sono quelli a più alta densità energetica o potenza sprigionata: nell'area mediterranea essi rappresentano il fenomeno più violento che possa verificarsi, anche se non hanno una frequenza elevata. L'ultimo fenomeno è abbastanza recente: si è verificato l'1 Agosto a Cavallino (VE)
Per correttezza, chiariamo prima di tutto un concetto: le espressioni "tornado" e "tromba d'aria" sono sinonimi. È scientificamente sbagliato quindi pensare che un tornado sia una tromba d'aria molto più forte: sono concettualmente la stessa cosa. E' preferibile usare la parola tornado in quanto esiste una classificazione ufficiale per valutarne l'intensità e i danni prodotti, ovvero la scala Fujita che varia dal grado 0 (debole) al grado 5 (catastrofico).
Recenti studi hanno evidenziato come i tornado nell’area mediterranea e in Italia in particolare non siano degli eventi così rari come si potrebbe pensare.
Un lavoro condotto dall'Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), pubblicato su Atmospheric Research, ha confermato l’esistenza di specifiche aree maggiormente interessate (o a rischio) da tornado di forte intensità: una di queste è rappresentata dalle regioni centrali che si affacciano sul Tirreno (il Lazio, in primis); altre zone particolarmente colpite in Italia sono le regioni sud-orientali (Puglia/Calabria) nonché la Pianura Padana, come messo in luce anche da precedenti lavori degli stessi autori.
In Italia i tornado sono sempre più frequenti?
"L'intensificazione di tali fenomeni, nel corso degli anni, è condizionata anche dal cambiamento climatico in atto, essendo confermato che esistono delle forzanti specifiche, come la temperatura superficiale del mare, con un ruolo importante nello sviluppo di tali eventi. Le regioni centrali tirreniche Italiane possono essere definite come un hot-spot per i tornado nell'area mediterranea. A tale riguardo, sono stati analizzati 32 anni di dati (1990-2021), isolando un numero considerevole di eventi tornadici ad elevata intensità (445 su tutta Italia). Le analisi statistiche sono state condotte analizzando sia misure (radiosondaggi) sia output da modelli a grande scala (re-analisi), al fine di individuare le condizioni atmosferiche dominanti associate ai tornado individuati. È stato quindi possibile definire delle specifiche configurazioni atmosferiche prevalenti, potenzialmente favorevoli al loro sviluppo nell’area in studio".
L'utilizzo di modelli meteorologici previsionali ad alta risoluzione, nel corso degli anni, ha consentito di raggiungere livelli importanti di conoscenza sulla dinamica di tali eventi, che per definizione sono altamente localizzati nel tempo e nello spazio e, quindi, particolarmente difficili da prevedere.
Un tornado verificatosi sul litorale laziale il 28 luglio 2019, tristemente noto per aver causato la morte di una persona, è stato scelto come studio e analizzato in dettaglio mediante simulazioni numeriche ad alta risoluzione (modello ad area limitata WRF), al fine di comprendere al meglio le caratteristiche dinamiche e verificare la capacità predittiva di un simile fenomeno.
"I risultati hanno mostrato come sia possibile prevedere con successo valori elevati di specifici indicatori d’instabilità atmosferica e di convezione profonda tipici dei tornado, nonché di simulare correttamente la struttura delle celle convettive responsabili della genesi di tali eventi. Il risultato pone l’accento sull’importanza di un sistema meteorologico integrato modellistico/osservativo dedicato al monitoraggio e alla previsione operativa di tali fenomeni intensi ha concluso il ricercatore".
Mappa del rischio Tornado in Italia
Cosa ci dobbiamo aspettare, stanno arrivando veramente i Tornado in Italia? Allo stato attuale non è possibile prevedere con esattezza quando e dove potrà abbattersi un tornado, tuttavia tutti gli studi mettono in evidenza una tendenza ad una sempre maggiore frequenza sul litorale laziale, sulla pianura padana e sulla Puglia in concomitanza dei temporali estivi e della prima parte dell’autunno. Pertanto dopo periodi particolarmente caldi come quello che stiamo vivendo ora e con tanta energia in gioco, è possibile una maggiore probabilità di questi fenomeni associati a temporali, nubifragi e grandine.