Il leone Kimba è tornato nel circo di viale del Mediterraneo a Ladispoli. Ieri sera i proprietari l'hanno preso in consegna ed assicurato dietro la gabbia, di fianco agli altri animali. Cosa è successo e come sia stata possibile la sua fuga è da ieri oggetto delle indagini da parte dei carabinieri. Formalmente presso la procura di Civitavecchia non è stato ancora aperto un fascicolo, ma è praticamente scontato che avverrà dopo che i pm riceveranno la relazione dei militari dell'Arma che stanno in queste ore raccogliendo tutti gli elementi.
Cosa si sa al momento
Dopo la concitata serata di ieri, chi indaga non fa emergere ulteriori elementi oltre a quelli emersi ieri sera. La certezza - per non dire la banalità - è che la gabbia era aperta. Tre le ipotesi una dimenticanza (un errore umano), un lucchetto difettoso oppure un sabotaggio. Quest'ultima è stata avanzata dai proprietari del circo. In particolare tre persone sarebbero state viste armeggiare nei pressi della gabbia. Potrebbero essere state loro ad agevolare la fuga del leone. Al momento però nessuna conferma trapela e non sembrano esserci elementi, come ad esempio delle telecamere, che possano avallare l'ipotesi.
Il precedente
Il circo da cui è fuggito Kimba è il Rony Roller. Il responsabile degli animali, secondo quanto risulta sul sito dello spettacolo, è Rony Vassallo. C'è un precedente che riguarda lo stesso circo. Era il maggio 2017 e il tendone era a Corcolle. Anche all'epoca il leone - anzi in quel caso erano due - uscì dalla gabbia, fermandosi però nell'area del circo, senza camminare tra le case. Sei anni fa raggiungemmo Corcolle per intervistare il responsabile. Qui trovate la sua versione fornita RomaToday all'epoca.
Animalisti sul piede di guerra
Ottenuta la relazione i pm apriranno un fascicolo. In procura a Civitavecchia con certezza pioveranno esposti degli animalisti. Uno arriva da Aidaa, associazione italiana difesa animali ed ambiente che ha annunciato l'esposto. "Sulla vicenda del leone fuggito ieri dal circo", si legge in una nota dell'associazione, "girano ora diverse pipotesi compresa quella di un sabotaggio voce messa in giro dai circensi oppure quella di un errore nella chiusura delle gabbie dopo che si è dato da mangiare al leone Kimba. Si parla anche di un lucchetto della gabbia tagliato, ma questa non è affatto la prova di un sabotaggio, in quanto il lucchetto potrebbe essere stato tagliato proprio dopo la fuga del leone da parte di chi ha lasciato la gabbia aperta per costruirsi un alibi".
"L'accertamento delle responsabilità", continua la nota, "lo lasciamo all'inchiesta della procura di Civitavecchia che sul caso ha gia aperto un fascicolo per il momento senza indagati. Quello che interessa a noi è il benessere di Kimba e di tutti gli altri animali di quel circo e di tutti gli altri circhi, benessere che non può esserci dentro le gabbie viaggianti di pochi metri quadrati. Per questo abbiamo inviato questa mattina un esposto alla procura per chiedere che il leone venga sequestrato ed affidato ad un santuario dove possa vivere libero il resto della sua vita".
Nessuna caccia al leone con i fucili
Restano le immagini, incredibili, del leone in giro per Ladispoli. I social ancora oggi, domenica mattina, sono scatenati nel commentare quanto accaduto ieri sera. Tra i frame che più hanno colpito quello di un uomo che, all'altezza dell'ingresso del canneto, aveva in mano un fucile. Nessuna caccia da parte di privati cittadini come ipotizzato da tanti. Si trattava di un addetto della Asl che aveva con sè un fucile per sparare del narcotico verso l'animale. E secondo quanto si apprende il leone sarebbe stato colpito due volte. La prima durante la passeggiate tra le case è stata infruttuosa. Quella decisiva verso le 21, con l'addormentamento avvenuto 40 minuti dopo.